Ci fu un tempo che sentivo nemico il mare,
sapeva toccare la linea degli orizzonti
mostrando e togliendomi una strada celestiale.
Questo vociare di strada
non ha la stessa magnificenza
e s’è indurita la pietra del mio esilio
con la luce oscura delle venditrici d’amore
e con il suo gozzovigliare
con il vino della dimenticanza.
La mia memoria vuol dipingersi di pace
in questa grande tela umana
ma mi riporta indietro con infantile desiderio
di rigiocarmi di nuovo la vita
o con un nuovo risveglio di chi mi allattò.
Ci fu un tempo che sentivo nemico il mare
…non sapeva comparare la mia anima
nonostante il mio grido confuso
che mi vedeva solitaria conchiglia
senza più nessun ascolto
tra la sua rena immortale.
Carmelo Caldone