Archivi del mese: ottobre 2014

Inno alla solitudine( poesia riproposta in questa sera di regnante solitudine)


Mai vissi da padrone di me stesso…come ora,

su questo fiume di silenzio.

Scorrono figure acquose

trascinando fiori di pensieri

che affogano e poi riemergono.

Raggi di quel che è il nostro sole

si spengono fra schiune di memorie.

Odo rumori di folle che si amano, si odiano

e tentano con le loro braccia di avvolgermi.

..Ma solo il tuo spirito è mio

e vive fra i miei fogli

con questi quattro versi che sfidano il destino.

 

Carmelo Caldone

La mia musa


Non posso confondermi

nei bagordi della sera

devo ubbidire alla mia musa

e ritornare da lei.

I bambini nel mezzo della strada

forse un dì ricorderanno il mio passaggio

e nelle notti violente diranno:

“L’abbiamo  visto passare…ma dove andava

col suo pallore…almeno s’inchinava

alla nostra innocenza di allora”

Si spettinano ancora le  donne innamorate

nell’ora che li vedrà effimere sognatrici

e poi scapperanno  dagli alberghi

con la farfalla nera della loro illusione

e rimarranno nello sfavillare di un bacio

lassù sospeso nella pendula ala della luna

ma io non posso rimanere

nei bagordi della sera

devo ubbidire  alla mia musa

e alimentarmi della sua bellezza

finchè il mio fragile tempo

si ripieghi nella terra.

 

Carmelo Caldone

 

 

Lettera alla vita (quinta parte)


Vedo un  luogo

dove radunerò le mie ombre

e lascerò lì…. le stelle che ho sognat0.

Non posso accusarti di starmi vicino

poichè hai tanto da fare

sempre impegnata a togliere

e consegnare carezze.

Che potere avrei io di giudicarti?

Guardo il mio senso di stupore

e il mio diamante lontano

e tu lentamente me lo  togli.

Siamo diversi, il tuo specchio è multiforme

mentre l’opaca pioggia della mia esistenza

ti scivola sui vetri, infranta e dimenticata.

Se ci fosse il mio amore  al tuo posto

io potrei vivere per sempre

e fregiarmi di una felicità universale

ma non sei migliore di  te stessa

nè peggiore di quel che il tuo cuore

per fratellanza vuole creare.

Ore ventuno della sera

mi sento di scriverti

così come scrivere ad una sorella

compagna, amante o perfetta sconosciuta.

Sento il tuo fiato e ti ammiro

perchè  mi perdoni e mi castighi

e   forse mi ami.

 

Carmelo Caldone

 

 

 

 

Le scritture


Nell’ombra bianca del sonno

mi scriverai con i tuoi capelli

scritture d’amore.

Non svegliarmi domani

e lasciamoci andare

nei labirinti eterni

prima di divenire polvere di ricordi.

Nell’ombra bianca della mente

ritorniamo a ritroso

nelle stazioni dei destini

e partiamo senza un dove

per vivere di vita

e per non morire di morte.

Ciò che distrugge un tormento  d”amore

noi lo faremo rinascere

nelle piane eterne del silenzio.

 

Carmelo Caldone

 

Tratto da “Appunti di strada”


Stasera sento l’universo gridare

e nella mia strada ascolto voci.

Mani aperte alla luna

custodiscono il bene e l’odio del prossimo.

Stasera non mi va di confrontarmi

nemmeno con me stesso

e per amore sono disposto

anche andare via.

Il mondo è avido di storie umane

ed ogni cuore attende

tra i giardini il simbolo della rosa

e il giglio nero dell’abbandono.

 

Carmelo Caldone

 

Articolo della Gazzetta del mezzogiorno sulla mia poesia edita


gazzetta

cliccare sulla foto per ingrandire

Tratto da “i miei appunti di strada”


Stasera…ogni umano chiude le porte

e sogna il suo domani…

L’ultimo bambino trae a sè

la sua vera felicità

e se la porta nelle gote vermiglie del  sonno.

La felicità mia dov’è?

Di certo diventerà artefatta

sotto il lume di un fioco tempo.

Avrei preferito quella leggera ferita

per la caduta fra i sassi della strada

e non guarire mai

per avere  sempre la cura

e le carezze di mia madre.

 

Carmelo Caldone

 

 

Io potrei essere il nulla


Io potrei essere il nulla

ma sapere che nei tuoi respiri  son passato

mi argento di eternità

e la mia vita non rimane  vana.

Ogni mattina una lettiga di sole

mi trasporterà  sino   a sera

sempre più stanco e malato d’amore

ma si affinano le mie ore

e il mio cercarti diventa irrompente

con la certezza di non ritrovarti mai.

Mi specchio nelle vetrine

e raccolgo la mia sagoma nelle mie stesse mani

per portarla dove la  mia poesia

sfida l’aria consumata  di questa esistenza.

Ti cerco con la certezza di non ritrovarti mai

e i miei  compagni li vedo migliori

quando incendiano la vita

e la sbeffeggiano con un sorriso fatuo.

La differenza tra me e loro

sta nella mia illusione di rivedermi

in un paradiso crollato nella terra.

La motrice del tempo è già avanti

e mi lascia  indietro

in questa grande aria illuminata

che mi fa male…

 

Carmelo Caldone

 

 

 

 

 

Ci sono giorni…


Ci sono giorni

che devo guardare la fronda

quando si piega nel  lamento

degli amori spenti.

L’avidità e il possesso dei cuori

non sono  sentimenti

ma egocentrismi violenti

che lasciano nell’angolo

una purezza non corrisposta.

Ci sono giorni che voglio andare via

dove l’attesa è vita

senza l’amaro risentimento del compiuto

e  della  fine.

…Guardo  la pioggia

quando batte sui vetri

e racconta storie diluite dal cielo,

la mia s’affina in una sola goccia

nella visione opaca  e  frastagliata

degli occhi amati e lontani.

Quelli che dicono che la vita è breve

e bisogna avvinghiarsi al corpo ogni desiderio

io concordo con loro  solo a metà

ma la mia parte di poeta

spazia nell’universo delle menti

e crea balze di nuovi germogli.

Posso amare nella sola  scrittura della mia esistenza

per intrecciare una ghirlanda senza inverni

nel seno dormiente al male

e poi sparire nei miei  eremi,

soddisfatto del mio vero  saper amare

ma nel suo  silenzio …mi raccolgo

sempre.

 

Carmelo Caldone

 

Condivido con i miei cari lettori e lettrici un mio nuovo premio nazionale di poesia edita (Leandro Polverini città di Anzio (Roma)


premioroma

Motivazione della giuria, cliccare sulla foto per ingrandire