Archivi del mese: Maggio 2014
Il mio pensiero per tutti voi
Non ho potuto raccogliermi
stasera
nella mia postazione di scrittura,
lascio e riprendo la mia penna
come il ritmo di tanti cuori impazziti.
S’accellera e scorre nel momento
per un sogno in sordina
lasciato lì…nell’ illusione del non risveglio
e poi si ferma
si ferma per un nugolo improvviso
di pensieri spaventati.
Il mio pensiero è per tutti voi
…Io uguale a tutti voi
frammento nella neve
e nei raggi dell’alba…stilla di luce.
Mi pento di non dare abbastanza
a chi grida aiuto
dimenticando che anch’io ho bisogno di aiuto.
Meglio il firmamento che ammonisce
il velo oscuro del cielo
che sopperire soli
come foglia quando s’arrotola a se stessa
nella via.
Il mio pensiero potrebbe essere ridicolo
o ignoto arco
con le sue frecce invisibili
nell’ora che la notte copre
ogni corpo ed ogni chimera
con la sua mantiglia oscura o stellata
del nostro domani…
Carmelo Caldone
Ti porterò sul veliero della mia anima
Ti porterò sul veliero della mia anima
laddove il cielo e il mare si toccano.
Altrove insorgeremo sugli attimi terreni
che non ci siamo mai dati.
Questo è il nostro apparire,
questo è il nostro passaggio
fra la dissolvenza delle stagioni.
La sera t’accompagna
negli altari infuocati dei tramonti
e fra le mie braccia tremerai lontana.
Sulle nostre ritrattate carezze
piangeremo nell’assonanza delle piogge
e nel lento blando cammino dei respiri.
Ti porterò sul veliero della mia anima
e m’avvolgerai d’immortali speranze
ma senza luogo senza tempo e senza fine.
Ti porterò lontano col tuo tempo a ritroso
tra le rinverdite fronde e tra le lussureggianti piane
e gli anelli dei giorni miei
raggiungerano l’estrema luce
con la tua voce e con la mia voce
confusa fra i lampi e tuoni.
Risorgeremo dalla maestosa marea
degli amori sconsolati
con lo strazio dell’oblio ormai affondato
nei neri abissi degli anni.
Gridami e scuotimi come fa il vento
sul mio narciso perduto del silenzio
e chiudimi la bocca con la tua bocca
per rinascere sulle isole delle stelle
…sempre…sempre!
Carmelo Caldone
Il dono della tua esistenza
A quest’ora dove ognuno sta nel viaggio del sonno
e i minuti fendono i loro pugnali del tempo
tu mi vieni nei baluardi dell’ombra
e ti sottrai a questo amore…
Sei il dono e la dolce dannazione alata
quando sa portarmi via…
…Ora… ventuno e quarantancique
la luna mi tende la sua mano
tra l’acume della mia solitudine
e mi dice che il sogno s’è fatto fanciullo
e mi dice altresì di temerti
poichè puoi darmi la lusinga e la fine
di questo ‘amore che non sai.
…Più t’amo e più non sai di questo amore,
sei la salvezza e la condanna del mio spirito
e nell’anfiteatro del mio cuore rimani
senza pena e senza dolore.
…Ora, ventidue e trenta
ognuno sta nel viaggio del sonno
ognuno sta nella tormentata veglia
e i minuti fendono i loro pugnali del tempo.
Carmelo Caldone
Che strana inquieta sensazione…
Che strana inquieta sensazione,la mia vita
con fiori di parole d’oltre universo
presuntuosi al flagello del destino…
Le navi raggiungono i loro porti
e i treni le loro stazioni
e le montagne avranno nelle cime
la rovina dei cieli.
…Ma io che voglio?
Dove mi porterò?
Il mio volto, il mio corpo e la mia anima
sono fermi nell’ansia e nella paura
di ciò che mi passa a fianco e non mi vive
di ciò che amo e non mi raggiunge.
Che strana inquieta sensazione, la mia vita
simile ad un orologio con le sue lancette ferme
su un cuore lontano
o verso la scia di un respiro profumato di ricordi.
Non posso….
Non posso per venerazione sottrarmi all’abbraccio
di questa madre vita
nè fermare la mia arsura dei baci
che non vogliono mai morire.
…Ditemi voi, fratelli e sorelle
di questa madre vita
dove troverò la mia pace
il mio spazio e il mio luogo
dove possa gridare la mia dispersa presenza
che teme l’urtare del tempo…e del mio tempo.
Carmelo Caldone
Tra le aperte ciglia di Dio
Ci rimanderemo tra le ciglia
aperte di Dio
per navigare nell’onda
della sua lacrima
e del suo occhio trafitto dai cieli.
Una lacrima distinta
e diversa per la pena dei suoi figli
nell’ora che urlano il male,
nell’ora che ti cerco e mi cerchi
tra la torma eterna dei venti.
Non voglio l’arpa della dolcezza per incantarti
ma voglio il fiele che m’avvelena la vita
per meglio confondermi
tra le aperte ciglia di Dio,
per meglio confondermi
tra l’onda della sua lacrima.
Carmelo Caldone
La poetessa (sesta parte)
I giorni di noi uomini
passano tra la pochezza e l’illusione
e la vanità di essere grandi … svanisce,
svanisce nel lume della nostra stessa idea
…Quale idea?
L’idea di sapere amare?
Ma come possiamo farci maestri
se non abbiamo il senso della fine
o l’inzio di queste meravigliose note.
…Io la vidi nel lago di una città
fra le onde di luci
scivolare col biancore del cigno…leggera.
…Era il grido e la quiete
era il conflitto tra il sole e la luna
per lasciarmi qualcosa di più grande.
…D’addio non si potrà morire mai
poichè l’arciere delle sue primavere
si pone tra la pietra del perdono
e tra l’alba di una nuova vita.
…D’addio non potrò morire mai
quando nel silenzio d’argento
vi è la traccia di un sentiero immortale.
Io la vidi nel lago di una città
fra le onde di luci
scivolare col biancore di un cigno…leggera.
Carmelo Caldone
La mia partenza verso la meta del silenzio (prima parte)
Che senso hanno le voci
e il loro inchino di lusinga
verso quel che non s’avrà mai…
Si sdoppia la mia personalità,
la prima si fregia di uno scudo
e di una lancia
verso l’indifferenza di un cuore
e l’altra si ferma
e si confonde nella gente
…La gente stanca di se stessa
e della sua guerra sconosciuta
come soldati senza tempo.
…Parto verso la meta del silenzio
laggiù troverò il seme del sogno
sempre pronto a rifiorire
senza artifizi e rumore.
E tu amore…non potrai mai darmi colpe
poichè te ne sei andata via
ancor prima di arrivare.
Laggiù vi sarà l’estasi
senza la caduta del volo
e senza il presagio di uno specchio
infranto dalla vita.
Sarà tutto sospeso e infinito
perchè sentirò i passi della fila
e chiuderò le mie porte
alla violenza sbattente dell’inganno.
…La mia partenza inizia
verso la meta del silenzio….
Carmelo Caldone
L’amore bianco
Stilleranno le magnificenze sul tuo volto
di quel vibrare delle mie carezze
quando si ritraggono per paura,
paura di contaminare questo amore bianco.
Il fato è disarmato e si pone sull’angolo sconfitto
poichè ha perso la sua forza
e il suo colore misterioso.
…Silenzio amore , fa che io non oda
alcuna sillaba del tuo pianto
non infragere al mio cuore il tuo tormento,
ne morirebbe riservato e nel silenzio.
Chiusa sarà la mia bocca
e aperta sarà la mia mano,
aperta sotto il tuo mento
per cogliere il tuo sorriso caduto.
I fanciulli ciechi dei miei versi
rivedranno la luce
e non brancoleranno mai più
fra i vigili cuori del male.
Rivedranno te che che mi prepari la via
laddove attende la mia pace
o l’ombra che si fa più luce
di questo amore eternamente bianco.
…Bianco come la pena di un bambino
bianco come la pura neve
nei volgari colori della terra
bianco come il velo che t’avvolse
nel pallore passeggero di una felicità perduta.
Bianco come questo amore
bianco come il tuo respiro
e il mio respiro.
Carmelo Caldone
Un mio pensiero a tutte le madri.
Questa vita che cambia d’improvviso
e, ogni ultimo appello
invochiamo la madre.
Ogni nostra meravigliosa sensazione
è il latte che ci nutrì.
Lo specchio del suo perdono illumina
il più perduto figlio tra le sbarre
e lo salva tra le sue braccia
e il suo cuore.
…Madri di questo giardino
al cadere del plenilunio
scende in voi il pallore di paura
per la rosa partorita
alle premunizioni delle spine.
State dove veglia
e non dorme mai la notte
come cattedrali nell’ansia
per l’esile cammino dei figli.
…In un leggero voltare di pianto
accorrete con la mano dei cieli
ai nostri volti bagnati…. e soli.
Carmelo Caldone