Archivi del mese: agosto 2014

Sul velo oscillante di luci (Poesia madre che ha dato il titolo al mio ultimo libro)


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Sul cedere del giorno

s’è disteso un velo oscillante di luci.

E’ l’ora che l’umano dorme e sogna

lasciando il suo cuore sulla terra

smosso dal turbine della vita.

Se troppo rapido è l’amore terreno

da lasciare incompiuto gni cuore,

meglio la segregazione dell’anima innamorata

che poi possa librarsi

nei templi degli amori eterni.

Se gli amori finiscono a mezzanotte

dove una volgare passione

ne rapisce tocchi di bellezza

meglio con tutto l’ardore affidarsi ai sogni.

Sul velo oscillanti di luci

la palpebra del cielo nasconde

le timide lacrime incompiute dell’uomo.

Sul velo oscillante di luci

s’involano le falene dei nostri tormenti

ma s’accendono tra le vie

bagliori d’accorate speranze.

E… s’involano…s’involano le falene sognanti

fra i lampioni di ogni via

al rumore di povere ali….

 

Carmelo Caldone

Le anime degli amori perduti


Dove i fiori mostrano i loro colori

cade la fluorescenza degli amori perduti.

Le loro anime vivono nella viltà degli anni

e nel turbine della vita  che si quieta e si ribella

come un’alzarsi di fiamma repentina

che sfida l’acqua dei tempi.

Fanno  i conti col sipario menzoniere

quando chiude gli atti della commedia

per poi ritrovarsi vulnerabili

alla riprova di un’altro amore che non amano.

Anime degli amori perduti

carcerieri dei loro stessi cuori

quando tengono a bada l’ultimo singulto,

quando ripensano alla marea

che un tempo… tolse loro il respiro.

Ubriacatevi pure con  profumi delle scordanze

tanto domani sarete sempre lì

con il seno nell’aria violenta

e gelosi della vostra metà perduta.

…Stasera non voglio pensare a voi

per dare la libertà alla mia mente di non credere

per quello che ci passa e poi

non ci vive più nel fianco.

Beato è  il fiocco di neve disuguale all’altro

perchè non ha il dilemma di cercare

dove sia andato a finire lo specchio

della sua similare bellezza.

 

Carmelo Caldone

 

 

 

Il giorno è stanco


Il giorno è stanco

e si aggrappa sulle ali della notte

disperdendo i suoi occhi innumerevoli al mondo.

Lentamente o vorticosamente si vive

e la passione chiude il suo ciclo

con tardiva purezza.

Il giorno è stanco  nei bordi della città

ma si accende nel suo finire una finestra

aprendo una storia in fragori di voci.

…Avanti uomini

vi chiama la Signora Esistenza

e vuole il vostro monologo

In me… quanta meravigliosa sensazione

passare e andare come ombra di rugiada

laddove il sole mi accompagna

con una cetra lontana dal fango

che innalza una nota armonica

ai cuori ferrei della folla.

Portatemi con voi, innocenti

nei vostri regni senza corruzione,

portatemi via…treni senza riposo

e andate a colpire il centro

di un unico cuore senza resa al male.

Sorride una bambina e si apre un universo

piange una donna e si apre un concerto

nelle stanze dell’Eterno

con le sue tante fiaccole di perdono e lamento.

Io le vedo..nella puntualità di un respiro

o in una lacrima sfuggita

da un qualunque sorriso.

Il giorno è stanco

e si aggrappa sulle ali della notte

ma si accende nel suo finire una finestra.

 

Carmelo Caldone

“La compagnia dei lettori” (Serata con i poeti a Montescaglioso 13 agosto 2014


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Lettera ad un’anima amica


Tu che m’accogli nella  platea del tuo sorriso

e da infante tentenno alla carezza

non destinata mia,

dimmi dove andrai domani

o forse fra un anno…o forse chissà quando,

dimmelo in modo che possa cercarti

così… senza darti disturbo.

Tu non sai ….ma ti cercavo ancor prima di conoscerti

e il mio grido d’aiuto l’udisti

me lo dice il segno di un fulmine

quando rivolta una  pagina di cielo.

Addio non darmi mai

e rispolvera la mia saggezza dormiente

e imbriglia la mia follia

e dimmi che il bene non è solo

nella scia dei tuoi occhi

e dimmi chi sono io.

Dove sei…ora,  in questo istante

mentre t’affido  i mie figli- versi

proprio stasera… che gli uomini gozzovigliano

senza sapere delle ali delle farfalle

nelle ragnatele della violenza.

Ti scrivo per non morire miseramente

in questa folla grave e senza abbracci.

Addio non darmi mai

lasciami l’angelica visione dell’infinito…

Tu che fosti designata dalla regina

che ondeggiò la mia remota  culla

addio non darmi mai…

 

Carmelo Caldone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un giorno smetterò di scrivere poesie d’amore


Un giorno smetterò di scrivere poesie d’amore

stanotte la luna me lo consiglia,

è avvolta da un’aria gelida

che me la trasmette al cuore.

Avrei voluto essere un messaggero di eternità

ma la  mia vita  percorre la dissolvenza delle stagioni

e il corpo è solo un’incombenza

che blando ripercorre solitarie strade

e senza un fine…. in fronde stellari

cade puntuale in seno a quell’irranggiungibile sogno.

Un giorno smetterò di scrivere poesie d’amore

la mia  linfa poetica è stanca

ma non tanto stanca per non concedere

un mio  finale respiro.

Il bicchiere della speranza si va svuotando

e  la mia anima vuole ancora bere.

Quello che crea il deserto dell’indifferenza

lascia poche oasi che possano ospitarmi.

Non ho che quattro versi

che s’infrangono nei bastioni del silenzio

e nelle primavere assolute nel cuore di chi amo.

Un giorno smetterò di scrivere poesie d’amore

ma la mia  chiusura sarà un inno

a questo grande sentimento

che nell’ombra s’accende e vive,

vive sull’onda di un  sorriso…senza più  clamore.

 

Carmelo Caldone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In una mano mi porterai un fiore…


In una mano mi porterai un fiore

e sull’altra una piccola pietra di ghiaccio

ma nel tuo cuore son passato

e non mi basterà la vita per amarti.

Io…in una mano ti porterò

un bacio d’ombra

e sull’altra una lettera mai spedita

ma nel mio cuore un requiem

a questo amore negato.

Meglio vivrai

poichè ti lascerò nelle nozze di luna

senza vivere l’amaro tardivo

di un amore che si spoglia nel tempo.

Mi troverai fra i bordi della mia esistenza

e vivrò due volte,

la prima sarà per avermi solamente sognato

e la seconda sarà il nulla

quando inonda le mie ore

nella tua grande assenza…

 

Carmelo Caldone

 

 

Ospite con mie due poesie inedite alla presentazione del libro di F. Paolo Calciano


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cliccare sopra per ingrandire

Il colore del perdono


Il colore del perdono

non si può definire

ma sta nel mio iride

e lo esalta di meraviglia infinita.

Perdono se non ci sono

nei tuoi attimi da sola… con la tua solitudine

perdono se esisto nel cristallo dei tuoi sogni

senza la luccicanza di una corporea esistenza

perdono per aver preso in ritardo un treno

con te ormai partita tra i binari  di un altro destino…

Ma devo andare comunque

con una croce nel petto e una corona

per meglio sconvolgere di pentimento la vita.

M’affino di canto con note di sangue vitale

al mio cuore di poeta

e per non cadere io rido…rido  al muro crudele

che barcolla  al mio forte amore.

Devo andare per non farti vedere

dove finisce la mia debolezza

e dove inizia il mio oblio…

Il mio oblio per salvarti

mentre guardi il ripiego di un fiore

passato nel tuo giardino notturno.

Il colore del perdono

non si può definire

ma io te lo porgo ogni giorno  nel sole.

 

Carmelo Caldone

 

invito a visitare il sito www.grottoleturistica.com (mi troverete fra altre personalità famose di Grottole)


http://www.grottoleturistica.com

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Personaggi:

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Carmelo Caldone

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