Non c’era nei suoi occhi
il lampo del sorriso
nè l’enfasi di ritornare .
Ritornare dove?
Non era nato per ingannarsi la vita
ed era stanco
dell’orologio malato dal tempo
che puntava le sue lancette
in chissà quale cuore lontano.
Vendeva l’allegra-tristezza in versi
sulle soglie dei bar
per pagarsi l’illusione di vivere.
Quattro donne voltate di spalle
se ne andavano nella sera:
era la notte, il giorno, l’alba
e il suo dormire.
Chi violò il suo tempo felice
quando la musica dei versi
era una ghirlanda tra le galere
della ragione
e vestiva il nudo effimero del corpo
come un mantello d’eternità.
Dov’è
col suo tardivo pentimento
la dea che uccisce la cetra del poeta.
Dov’è
colei che indossa l’abito da sera
macchiato d’altri amori
che poi lo fa cadere sul pavimento
come un magnifico petalo…perduto.
Carmelo Caldone