Archivi del mese: gennaio 2014

Una riflessione sulle mie poesie d’amore


Dove andranno a colpire

questi versi

usciti dalle mie vene.

Sono come gli altri

nel tentativo di raggiungere

il sovrano Amore.

Come gli altri

consegno  a colui che comanda

il tormento e le sensazioni

nella virtù di una parola-preghiera.

Fra le altane di luna

o fra le tenerezze  degli abbracci

i miei domani e i vostri domani

all’unisono

smuoveranno le tempeste dei giorni.

Un domani sarò anch’io dimenticato

e come foglia arrotolata nella via

sarò posseduto dal vento dell’oblio.

Non mi resta che  accendermi una sigaretta

per inebriarmi del mio vero io…

Stasera… non ho amici intorno  a me

e nell’eco della mia mente

risento il frastuono di storie perdute.

Non bado più alla mia storia

perchè ho la faretra del mio cuore quasi   vuota.

L’ultima freccia mi fa paura

eppure saprei dove centrarla

…ma ho paura.

Dove andranno a colpire

questi miei versi d’amore.

Non mi resta che accendermi una sigaretta….

Carmelo Caldone

Una rosa della mia anima


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Non t’angosciare mai

nell’ora tarda della tua  notte

ma dormi serena.

Chi ti decanta gli va stretto il mondo

e non consegna rose all’amore

se prima non conosce

il sorriso,il pianto  e la speranza

della sua regina.

Si staccano  i petali della rosa

e io non potrei sapere

quale terra ingrata li accoglie.

Non potrei sapere

dopo un’ emozione di una sera

se tu domani sull’angolo delle tue labbra

costruisci  una smorfia di tristezza.

Dovevamo con giusta  follia, fuggire

e …invece, siamo qui a contare

gli anelli di una catena

che tardano la nostra libertà d’amare.

…Ma t’amo comunque

e,non sono fiamma che si consuma

e, non sono la presenza…e perdonami

che potrà riempirei i tuoi giorni da regina.

Carmelo Caldone

Solitudine


Ho acceso roghi di solitudine

nel mio vecchio borgo.

Ho fermato la mia pagina

quando tentava di ripiegarsi

al vento che trascina il nulla.

Tu vai e non ti ritrovi da nessuna parte

oh uomo nel lume del tuo  rapire

e ne fai lustro al tuo petto

delle lusinghe che ti danno solo la brevità

di un bacio e poi spento.

Io,invece, ho  saputo  fermare  la bellezza

nella pace della mia  solitudine

e nelle tele della notte, gli astri

per me dipingono il vero amore.

…E  tu, forse perduta mia

sorella del mio cammino

in qualche parte tremi

simile al fiocco disuguale che anela

al riposo dei giardini.

…E tu, forse perduta mia…

Carmelo Caldone

I miei anni


Non portatemi vassoi

d’amare apparenze.

I miei anni corrono

e m’infondono il  veleno dei rimpianti.

Sono in ritardo per l’enormità

di quello che vorrei dirvi.

Mi ritengo il fragile sognatore

che vede i suoi anni incompleti

per tutte le carezze sospese

che vorrei darvi

nei vostri dissapori dell’esistenza.

Non portatemi il sorriso

poichè conosco l’altro lato della felicità.

…La felicità?

La felicità è la bambina sorridente,

è l’innocenza che non conosce l’inganno.

La felicità è la donna che s’affida sicura

al sincero uomo  che sa comprenderla

e non conosce il volgare tradire.

Non vorrei che la mia paura

sfiori il presentimento degli inquieti destini.

Non portatemi fiori dell’inganno

io conosco l’altro lato della felicità.

La felicità vera è il sorriso di una bambina

è la quiete del  domani di un sogno

che non vorrebbe mai frantumarsi

al risveglio…

Carmelo Caldone

Mi sento di ringraziarvi ( dedicato a tutte le care persone di wordpress)


Quando passeggio nelle strade

del mio paese natale

quassù , sulla tenue collina

e  rivedo

la seggiola di legno di mia madre

ora divenuta monumento d’ombra

accarezzata da un velo di stelle.

Quando rivedo la porta della bottega

di mio padre maniscalco

chiusa ai miei occhi di bambino.

Io vi penso e vi ringrazio

nel momento che  apro il mio portatile

che potrebbe sembrare un freddo schermo

ma non lo è.

Non lo è perchè ci siete

e mi sostenete

mi sostenete con i vostri commenti

e  con un semplice ma importante  “mi piace”

per queste  mie lettere di poesie…

Ad uno a uno vi ringrazio

e vi dico che vi voglio bene.

…Grazie dalla mia anima

Carmelo Caldone

La casetta nella vigna (tratto dal mio primo libro “Mia terra addio”)


primolibro

Noi ce ne andammo

e non più udimmo

lo scalpitio dei cavalli

nelle strade terse di luna.

Non più sentimmo

odori di scrosciante pioggia

che la terra esalava nell’aria.

La casetta nella vigna

si vestì d’edera selvatica

tutta adornata di cielo caduto.

L’abbraccio d’azzurro cautelava

il mistero di chi

sostava nelle notti  buie

e un riso arcano echeggiando tra i calanchi

poi, nell’acqua dei pozzi taceva.

L’albero d’acacia accoglieva

tra i suoi rami l’agonia

di chi dal vento dei sogni si faceva colpire.

Se ne andò la sospirata figliola

dagli occhi logori di pianto

e rimase la sua altalena ancora sospinta

dall’arrabbiato lontano amore.

In scosciante pioggia

si diluiva il suo cuore

e cadeva

cadeva…su quelle care mura

di quella casetta nella vigna…

Carmelo Caldone

Premonizioni


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Astrusi pensieri tuoi, ascolto

nei grandi labirinti della notte.

E’ un vociare sommesso

che alimentano  le fiaccole del mio risveglio.

Il domani si vestirà  di nuove luci

nella dimenticanza delle vorticosi ali

che portano  il cuore alla speranza.

Nella teca del sole i tuoi occhi

mi seguono nel clamore della natura

e non dici d’amarmi

come non lo dice

la primavera silente al fiore

dopo l’improvvisa neve…

Tutto è chiaro

nei labirinti della notte

è chiaro questo amore silente,

inascoltato dalla ragione dei giorni

quando a grappoli il pianto o il riso

scendono sui nostri corpi passeggeri

ma con l’anima insaziata

finita nella rena dorata

dei nostri stessi  pensieri.

Le rocce delle ore, dei giorni e degli anni

non curano la pioggia dei ricordi

e fan scivolare severe le gocce

di quel che non potrà mai avverarsi.

Ma… tu verso la luna porgi  il  cuore

al canto del fato e  lo involerai

e m’amerai,

come il mare ama l’onda

che  delicatamente la dissolverà  alla sua riva

in un grande spettacolo immortale…

Carmelo Caldone

Una lettera sulla mia scrivania


Candida corolla chiusa

posata nell’angolo ambrato dei miei pensieri,

foglio sfuggito al respiro del cuore.

Tu….da tempo non rispondi

donna al bivio

tra il mio sogno e l’oblio.

Quanta inutile presunzione

cercarti nella folla

quando la tua figura

è solo d’irrompente assenza.

Non mi rimane che questa penna

malata di melanconia

a disarmare lo scudo della tua  lontananza,

non mi rimane che questa penna

a lenire  il lamento delle nostre anime.

Una lettera sulla mia scrivania,

un’ appello al mistero della nostra unicità

e poi la nostra  vita che s’invola

…verso le montagne  severe del tempo.

Carmelo Caldone

La mia ribellione


Le montagne svettano

e i fiumi scorrono

nella dolce visione dell’Eterno.

…Ma i bambini ancora piangono

in qualche parte del mondo.

Tutto s’acciglia nello spettacolo della vita,

io vedo… e sento.

Dov’è la mia collocazione in questo mondo?

Che me ne faccio di questa vita?

La mia esistenza?

La mia esistenza che vorrebbe

chiudere le labbra al male

…ma irrisorie sono le mie righe

nel grande pentagramma degli uomini.

…E voi amici, fratelli, amanti

se siete toccati, da gelosie, invidie, tradimenti

abbiate almeno cura

di stendere  una coltre di pentimento.

…Chi vi ha amato potrebbe aver freddo.

Le montagne svettano

e i fiumi scorrono..

e i bambini ancora piangono

in qualche parte del mondo…

Carmelo Caldone

La scrittura delle onde


le onde

Per te, sempre viva nei singulti della mia mente

scende la mano dei cieli

e con le sue dita  nelle acque azzurre

compone una perduta felicità terrena.

Non ci sei sul limite di queste acque in pianto

e dagli  abissi il tuo grido d’assenza  sale

sino alla ribelle  schiuma di un’onda.

Fende il fianco dell’orizzonte

una freccia di vento

e va a colpire l’iride della lontananza.

Per amore non ti cercherò

ma leggerò la scrittura delle onde

quando sempre s’alzerà  un rimpianto

senza più ascolto…senza più domani.

Dove sei?

Per vero amore non ti cercherò

e leggerò  la scrittura delle onde

e coglierò sotto il tuo  seno stellato

la viola vellutata del perdono.

Carmelo Caldone