Archivi del mese: giugno 2014

Noi…così strani


Noi… così strani…

Il lume della passione svanisce

nell’accesa ombra dei nostri volti

ma si crea l’assoluto che non ha ore.

La natura si fregia dei suoi clamori

e il bambino s’illumina e si oscura  il volto

per il  suo sogno in punta di piedi

quando varca la stanza del bene e del male

ma noi…così strani

rubiamo la fine di tutto

per farla rinascere sulle nostre labbra.

Il viandante sospira e teme

e gli amanti si baciano tra le sbarre clandestine

ma i nostri sguardi sono maremoti

su questo amore che non vuole morire.

 

Carmelo Caldone

 

 

 

 

 

La meditazione sul mio tempo


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Il giocoliere del destino è distratto,

fa cadere i suoi cerchi d’argento

nella mia strada.

I miei versi incompleti

sono nella dolcezza di un amore nel silenzio

ma sul fiore incolore del mio domani

ancora si posa la bianca farfalla della speranza.

Il mio tempo va

con la sua eleganza di ricordi

e il presente già si veste di passato.

L’incompiuto mi spaventa

e quel che è stato

è una freccia scoccata nel nulla.

Dove finirà?

Dove colpirà?

Il giocoliere del destino è distratto,

fa cadere i suoi cerchi d’argento

nella mia strada…

 

Carmelo Caldone

La bottega di mio padre maniscalco(tratto dal mio primo libro d’esordio)


mio padre nella cavalleriaprimolibro

 

Su quel fianco della collina

dove il paese si spoglia

delle ultime vecchie case,

ancora rimane quella piccola bottega

di mio padre maniscalco.

Seppur di pietre eterne che il tempo

mai avrebbe scalfito

io ora le vedo cedute

spaccate dai miei ricordi di pianto.

Là che va la timida civetta

a dormire di giorno, stanca

nasconde ombre di memorie sotto l’ala,

che poi involandosi le libererà nei cieli.

Là che il sole lascia frammenti sulle tegole antiche

quali aloni di nostalgici abbracci…..

Sul fianco della collina

in quella piccola bottega con maestria

batteva i chiodi mio padre

sugli zoccoli ignudi dei cavalli!

 

Carmelo Caldone

(Fagnano Olona 1980)

Datemi un posto


Datemi un posto per leggere

tra le righe  dell’amore.

Io lo cerco da sempre

ma… mi appare senza pietà la gente

con i loro volti artefatti

che  negano la purezza del mio nobile istinto.

Il tragitto dal fuggire e restare… è breve

ma puntualmente s’affacciano le notti

ed io non so più… tra la veglia e il sonno

dove sostare.

Sostare in questo mondo?

C’è chi punta il dito

come alti campanili

per zittire un sogno al cielo.

Questa è la legge dei non sognatori

perciò non mi resta che cercarmi un posto.

…Un posto che non mi troverà nessuno

e nemmeno chi amo avrà l’0bbligo o la pena

per raggiungermi.

Mi rifaccio così  a nuova vita

e a nuovo dolore.

 

Carmelo Caldone

 

 

 

Secondo incontro “La compagnia dei lettori. Poeti sotto le stelle” (Miglionico, 22 giugno 2014)


miglionico

Un appello (forse l’ultimo) ai nobili di cuore


Non è solo il mendico che vediamo

nei sobborghi fumosi dell’indifferenza

quando chiede qualche euro per nutrirsi

ma ci sono altri mendici che non vediamo

quando chiedono dopo un finta allegria

l’abbraccio invisibile del vostro pensiero d’amore.

Per esperienza o per virtù vi dico che so distinguere

la differenza da uno all’altro.

Io sono fra quelli che dopo un finta allegria

metto in mostra le mie piaghe

consumate dalla sete di un amore che non arriva.

 

Carmelo Caldone

La sovrana vita


Tu che hai riempito di sogni le mie notti

quando credevo che il mio passaggio in te

fosse solo una sfinge d’amore.

Non sei come le candide nevi al sole

ma rimani roccia bagnata

dalle grida fluenti.

M’inchino comunque a te

e mi rinchiudo nelle mie stanze della solitudine

per respirare il frastuono che incanta

e per aprire in me stesso

la rosa insanguinata della mia anima.

Mi consegno a te

che mi disperdi nelle acque del tempo

e nei suoi  fondali mi costruisci una cella

per ammirare le mie libertà perdute.

Non posso più purificarmi a nuova vita

poichè venni rapito dalla dolcezza della farfalla

e dall’arcigno bacio dell’aquila.

Mi consegno a te

che a volte non conosci pietà

e sei simile al sepolcro

quando s’impadronisce del corpo

e della memoria

lasciando poi le fustigate ceneri nella polvere.

Ora non mi resta che cercare fra gli uomini

la pace e l’amore

per non sentire sulla pelle

la tua improvvisa,imprevedibile  frusta.

…Ma sorridi..sorridiamo

sai che sono tuo e ti servirò

senza ribellarmi e senza cercare

nessuna fine

e volterò le pagine dei miei giorni

sotto il tuo enorme occhio  di vittoria…!

 

Carmelo Caldone

Nella sede del vento


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Nella sede del vento

il fragore delle anime

sfiorano il bene e la guerra.

Fra le vie …i lampi azzurri  dell’innocenza

sono falci illacrimate

che recidono le coscienze.

Dal fiore dell’esistenza

il rumore dei petali

risveglia un sovrano-dolce  ricordo

e i conflitti d’amore da sempre

scuotono ogni tremula stella.

Più breve di un ciclo vitale di un fiocco di neve

i baci vengono tolti come spine che dolgono

ma è un dolce…. e rapido infinito dono.

Nella sede del vento i cancelli degli incontri

da sempre s’ergono per non morire mai.

Nella sede del vento

quello che fu promesso all’uomo

potrebbe rubarla una falsa ragione

ed io se fossi stato un folle

ora non avrei l’amarezza nel cuore

nè l’ardire di uno scontato sole sulla mia fronte.

A chi daremo le colpe

per le carezze perdute?

Non ci resta che sentire il rombo delle onde

quando in alto portano i nostri nomi.

Li portano nell’assurdità di un cielo

che ascolta o non ascolta

ed acceca i nostri occhi lontani…

…Ma nella sede del vento i cancelli degli incontri

da sempre s’ergono per non morire mai…

 

Carmelo Caldone

 

 

S’apre il fiore nero della cronaca


S’apre il fiore nero della cronaca

nei nostri occhi.

Vorrei chiudere la mia finestra

a questa invasione.

Fuori fa freddo ma non è solo

l’abbraccio freddo di una notte,

sono anche le deviazioni delle menti.

Quelle menti partorite da un Dio disattento.

Impossibile ritrovare la bellezza completa di un giardino

se attorno ai teneri fiori  vi è l’ombra di un’aria nera

…L’alba ci riprova continuamente

a levare nei cieli  un segno di meraviglie

ma poi come un tonfo sordo di un sasso

caduto nell’acqua

ecco la malvagità degli uomini cadere,

ecco… fra i lampi una spaurita colomba.

 

Carmelo Caldone

 

 

 

 

Un sospiro senza tempo


Conosco dove vive la felicità

ma  devo passare oltre.

Non posso togliere un sogno a chi amo

sarebbe come al mare, toglierne i porti.

Forte è l’impulso di gridare

una sensazione  travolgente al mondo

ma non posso involare il mio cuore

sull’illustre seno di Venere

potrebbe ridere di me

sulla impossibilità di unione di due corpi.

Non mi resta che navigare

con la mia barca carica di versi

verso le isole dell’oblio

finchè i soldati del tempo arrivino

a portarmi nelle loro galere…

Chiederò alla maschera della vita

di ombrarsi d’argento

un argento che contagerà la luna

quando la sua veste verrà rapita

nei labirinti d’altre ignote storie.

…E’ un amore all’ultimo atto?

Ma comunque è  un amore grande.

So dove vive la felicità

ma devo passare oltre,

il passaggio dall’inverno alla primavera

è maledettamente lontano

e nulla possono fare i primi tepori dei sogni

ad   alimentare e rinvigorire

questo sospiro… senza tempo.

Carmelo Caldone