Quanta presunzione cercarti
fra le pagine del firmamento.
Quanta vanità cercarti nella folla
quando la tua figura è solo
d’irrompente assenza.
Non mi rimane che questa penna
malata di melanconia
a disarmare lo scudo della tua lontananza.
Non mi rimane che la voce di ogni mistero
che Dio ci sussurra nella nostra unicità.
I saggi dicono che bisogna cercare
la pace in se stessi
ma se questa pace non s’infrange al cuore amato
meglio la dannazione nelle trame del vuoto.
E voi spettri di convenzioni
non vedete come stasera il cielo
apre la sua bocca notturna
sulle labbra della mia amata?
Fatevi ardenti ghiacciai d’ipocrisia
e lasciatemi la libertà di amare.
Quanta presunzione cercarti
fra le pagine del firmamento,
non mi rimane che questa penna
malata di melanconia
a disarmare lo scudo della tua lontananza.
Carmelo Caldone
La tua penna, è tutto tranne che malata, ciao poeta… Giusy
Ciao Giusy, preziosa tra le mie pagine, sei sempre gentile con me.
Un caro saluto e a presto
Carmelo
Nel firmamento dei Poeti, la Tua penna ha firmato malinconia e gioia, dolore e solitudine, assenza e presenze.
Ma niente sembra vero se manca l’ amore
Un caro abbraccio
Eloisa
Cara Eloisa è sempre una festa al mio cuore il tuo ritorno
e grazie tante delle belle parole che mi doni
Un caro abbraccio anche a te
Carmelo
”Non mi rimane che la voce di ogni mistero che Dio ci sussurra nella nostra unicità”. Bellissimi versi che colpiscono per intensità. E’ vero ogni essere umano nella propria unicità è mistero ”sussurrato” da Dio. un abbraccio caro Carmelo e buon week end. Isabella
Grazie Isabella sempre gentile e cordiale.
un abbraccio caro anche a te
Carmelo
E’ un dovere esserlo quando si incontrano persone ( prima che poeti ) come te. Un abbraccio. Isabella