Tremula all’ombra
Di quell’ultimo fuggito abbraccio
Fra i giardini purificati dalla luna
Ti chini alla mesta sera
Fu turbine di voci
Che ancor risuonano nel sibilare di sirene
e mi prende il perdono del tempo che passa
ora che ancestrali dilemmi
nella fioca mente brillano.
Adornata di fiori notturni
Riposi come l’ape
Insaziata di miele.
Mi volti il sorriso
Mentre mi accecano le tenebre
E nella menzogna innocente
Rinneghi d’avermi amato
….tremula all’ombra
Ti porti un raggio al petto
O una croce da benedire
Di chissà quale respiro.
Carmelo Caldone