Braccia d’acque accarezzano d’azzurro
quell’eremo nell’immenso iride del mare.
Nomi nelle vene celestiali con umana parola
si materializzano sui volti lontani
e richiamano il bacio rifiorito in sogno
tra le brume violente dell’ora e dei giorni.
Eremo di ninfee che si nutrono di stelle
e della mortale luce ne ripudiano il tempo nemico
tra lo scivolare inesorabile del suo respiro
Carmelo Caldone
Bella poesia. Per il mio stato d’animo di oggi
sarà migliore in futuro, ne son certo