quell’ape che ritorna al nettare inebriata
e scompagina il suo timido cielo
di qualcosa che nel piccolo petto più non sente
se non il desiderio di ritornare alla bellezza del fiore.
E…tu uomo che ritorni alla tentazione di un sogno
non saprai mai di come è più rapido il tempo.
Non giudicherai il prossimo se avrai il senso
del peccato alla porta
e nei viali il sospiro di qualcosa di grande perduto.
Come l’ape alla breve sua vita
tra le ciglia dell’Eterno.
Carmelo Caldone