Potrei dire di non essere nato a caso
in questo gran barlume di lampi
e se nella pietra vi nasceva la rosa dell’amore
io nelle furie delle stagioni
son divenuto l’ape
che appendeva il nettare del sogno
tra i petali delle sue presagite primavere.
L’idolo della mia anima
è colei che lusinga il mio frammentario respiro
e lo lascia tra le bianche strade
per annullare ogni tenebra della sera.
E’ un faro tra le mie dune natali
o la sembianza del ciglio
senza striature di vermigli tramonti
e nel mio cuore le mie vene e le sue vene
s’ inondano di grida umani
o ultimi appelli per non morire mai….
Carmelo Caldone
E’ una poesia che si tinge di luce chiara come il colore del giglio, nasce da un’immagine capace di annullare le tenebre della sera… è meravigliosa! E la chiusa si veste della speranza di eternità!
Sono versi che attingono ad un sogno… e lo rendono quasi reale!
Bravissimo………… è da concorso!
Nunzia
Grazie Nunzia seguirò il tuo consiglio
Un caro saluto
Carmelo
Caro Poeta che mi onori della Tua Amicizia; leggere queste Note di Poesia vera , mi ripaga di tante piccole amarezze della ViTa.
Grazie Carmelo
Con affetto e stima
Sentimental
Come mi onori tu cara amica…lo scopo della mia poesia è questo…. e ringrazio te.
Carmelo