La neve nei miei giardini
mi griderà nell’anima.
Ogni fiocco avrà la tua voce.
Nei miei giardini
il vento scapiglierà
quell’albero pensoso di fronde.
Sarà la carezza immane del mio pensiero,
diventato grave…possente.
Quasi un preludio al tuo essere
in me vitale
e mai raggiungibile!
Oh amore
così t’ascolterò
nell’ora che di più
i miei giardini periscono
al biancore della neve.
Per di più amarti
dovrei dirti di andartene,
di fuggire dai miei giardini.
Che fartene poi d’una stella a metà
che non può competere con lo sfolgorio
di tante altre stelle?
Che fartene
di questo cuore-cane
che latra alla luna
i suoi infiniti tormenti?
Tu…amor mio
così impavida nei tuoi anni
meglio vivrai la tua vita
solo dandomi l’ingannevole
arrivederci al cuore!
Meglio non t’arrivasse mai un rimorso
io ugualmente t’amerò,
t’amerò nel silenzio devastante
o negli attimi urlanti della tua solitudine.
Carmelo Caldone