Se non fosse per la ragione
e l’intelletto
il mio silenzio avrebbe voce.
Una voce che potrebbe dar vita
ad un amore superiore
all’amore stesso.
Molte volte mi chiedo
se non sia meglio confondersi
con la gente comune della folla
e ubriacarmi con la stessa allegria
di una sera
tra i banchetti della pochezza
e dai baci vermigli
dal sapore di un dolce- amaro.
Ho il dono di una cetra
che in fin di conti…pochi la odono
ed ha lo stesso dissapore
di un petalo piegato nell’inverno.
Devo comunque andare
per la mia strada
senza mai chiedermi
di chi mi ha tramato questo destino.
I luminari di festa
hanno lasciato l’appello degli uomini
nella strada
di ciò che non ritorna al cuore
e di ciò che il domani, nell’ansia
lascia bocche sospese.
La mia ragione potrebbe essere assurda
in quanto la vita riserva comunque una meta
una meta che ha il folle
e una meta che ha il saggio.
Vorrei preferire la prima ipotesi
…almeno potrei dire d’aver vissuto
nella verità del mio cuore…..
Carmelo Caldone
il canto della tua cetra vola lontano e porta emozioni in quei cuori sensibili ai suoni dell’anima.
Buon Natale, Carmelo
Francesco
Grazie caro Francesco…ricambio di cuore
e a presto
Carmelo
Noi che ti leggiamo e che ci inebriamo dei tuoi canti, preferiamo che suoni la cetra con la solita maestria del BRAVO Poeta… saresti fuori luogo tra i banchetti della pochezza, non riusciresti a gustare i cibi di quei deschi, saresti con la mente ai versi e anche la ragione lì sarebbe regina di quel tempo!!
Continua così…….
Grazie mia cara Nunzia…continuerò così anche perchè ci sei tu ad incoraggiarmi
Un caro saluto
Carmelo