Si dissocia il mio andare e il mio corpo
da quest’anima mia
e sembrano prostituirsi
per sentirsi dire da ognuno:
“Sono felice!”
Mi porto la faretra universale
non visibile alla violenza della parola.
Ricordo la cautela della primavera
ai suoi primi teneri fiori
e ricordo l’immobile inverno
con la sua mano aperta di gelo,
quest’ultimo s’è insidiato
nel petto indifferente di tanti uomini
e di tante donne,
è inutile che io vi dica che son forte
come una quercia insensibile alla tempesta
è inutile mentire
ma ho tanto bisogno d’amore.
Il volto freddo della realtà mi parla
e mi ignora nello stesso tempo
non ha baci che vorrei dare
nè anfiteatri d’amori
che vorrei per sempre completare.
Carmelo Caldone
un bisogno di condividere l’emozione poetica che diviene flusso empatico tra poeta e lettori, un piacevole continuo.
un amichevole saluto
Francesco
Anche te caro e prezioso amico
A presto
Carmelo
Chi non ha bisogno d’amore? Io si.
Un sorriso