S’apriva il fiore della poesia
nell’aria della passeggera vita.
Ognuno benediva il cuore
per lasciarlo sospeso tra le litanie
profumante e confuse dall’universo.
Dopo la recita
ognuno se ne andava
negli angoli della propria esistenza
e c’ero anch’io quando me ne andavo
con la visione di una bellezza già distante.
Povero è l’uomo che s’affida
nella sola sabbia del suo tempo
quando la clessidra impietosa
lo richiama nell’effimera ribellione
e lo illude… che dopo la vita non c’è più niente.
Io ho visto la luce
e questa luce non mi abbandonerà mai
nemmeno tra le mie mani
già presagite sole…intatte
ma con un fiore ancora da donarle.
Carmelo Caldone
bella poesia di piacevole lettura, piena di luce e spiritualità metafore di un sentiero su cui la guida luminosa ci porterà alla fonte eterna dell’acqua della vita
un amichevole saluto
Francesco
Grazie Francesco, caro amico che mi segui e commenti con belle parole
un caro saluto
Carmelo
Siamo polvere che la clessidra del tempo ci ricorda ogni momento.
E sono le Anim poetiche che ci fanno luce nel breve Cammino.
Complimenti, delicato Amico
Sempre con stima
Eloisa
Delicata anche tu cara amica
con stima molto ricambiata
Carmelo
Si avverte in te profondità di pensiero carissimo. Il ”mi piace”è d’uopo. Isabella
Grazie Isabella…sempre cara e gentile
Un caro saluto
Carmelo