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Lettera alla vita (quinta parte)


Vedo un  luogo

dove radunerò le mie ombre

e lascerò lì…. le stelle che ho sognat0.

Non posso accusarti di starmi vicino

poichè hai tanto da fare

sempre impegnata a togliere

e consegnare carezze.

Che potere avrei io di giudicarti?

Guardo il mio senso di stupore

e il mio diamante lontano

e tu lentamente me lo  togli.

Siamo diversi, il tuo specchio è multiforme

mentre l’opaca pioggia della mia esistenza

ti scivola sui vetri, infranta e dimenticata.

Se ci fosse il mio amore  al tuo posto

io potrei vivere per sempre

e fregiarmi di una felicità universale

ma non sei migliore di  te stessa

nè peggiore di quel che il tuo cuore

per fratellanza vuole creare.

Ore ventuno della sera

mi sento di scriverti

così come scrivere ad una sorella

compagna, amante o perfetta sconosciuta.

Sento il tuo fiato e ti ammiro

perchè  mi perdoni e mi castighi

e   forse mi ami.

 

Carmelo Caldone

 

 

 

 

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Informazioni su carmelocaldone

Scrivimi: caldonegs@virgilio.it

»

  1. molto bella, i miei complimenti
    Francesco

    Rispondi
  2. Quanta bellezza sofferta è in te, caro Carmelo
    Un’altra lettera alla vita, al cuore della poesia pura
    Con ammirazione
    Mistral

    Rispondi
  3. Struggente…. e bellissima la chiusa!
    Lo stupore è in noi quando Ti leggiamo… e nei Tuoi versi contempliamo la bellezza universale della vita!
    Complimenti un’altra perla poetica da Teca!

    Rispondi

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