Poco più di un euro
per pagarsi un caffè
alla stazione centrale di Milano
e una mezza sigaretta
per poi finirla tra altri fumi di un ricordo.
Nell’angolo una venditrice d’amore
col sorriso compromesso
rivolto al viso del suo cupo mondo
insegnava alle stelle come non morire mai
e lassù… la sua stanza sempre accesa
pendeva alla clemenza di Dio.
Il vagabondo…creatura dimenticata
dalla mente elegante del destino
consegnava il dilemma del pianto
nella bella città genuflessa
agli eterni combattenti del bene e del male.
Carmelo Caldone
che siamo un po’ tutti noi. le stazioni offrono sempre spunti umani. bentornati Carmelo. buona giornata!
Grazie Belinda …sei sempre cara
A presto
Carmelo
😀 notte!
Il vagabondo è la parte irrequieta dell’uomo civile, quella che si ribella…
Condivido mia gentilissima
Complimenti, bella lirica!
Grazie Silvia, onorato dal tuo passaggio
A presto
Carmelo
Un grande plauso, Carmelo
Stile delicato e toccante nella descrizione poetica del tuo Vagabondo
Bacioni
Mistral
Bentornata carissima Mistral…mancavi tanto
un caro abbraccio
Carmelo