Portavo a tracollo del cuore un quaderno
e annotavo le oscurità dei ghetti
dove si suonavano versi
nel grande organo dei perduti.
Allora mi nutrivo d’ammirazione e simpatia
ma non mi bastava,
sempre sentivo la sete di una luce
e nel compagno trasandato
il sostegno della sua ironia
tra i fumi di svanite sigarette.
Incontrai la luce
negli ultimi albori di un inverno
e non ebbi più paura delle notti
nè dei rovi maledetti
che imprigionano di spine la mente.
Una pagina di luce
nel mio quaderno a tracollo del cuore
e una foglia di rosa d’amore
che chiuderò tra le mie mani
nella resa violenta del tempo.
Carmelo Caldone
bellissima descrizione (mi sembra) dell’emigrazione e tuoi esordi di poeta un saluto Marina
Grazie Marina, giusta affermazione
un caro saluto
Carmelo
La vita è evoluzione, l’anima stessa ne è alla ricerca…il poeta ne è il pittore, capace di trasormare ombre in luci,e tattenere petali d’amore.
Buongiorno Fulvia, grazie dei tuoi preziosi commenti.
A presto e un caro saluto
Carmelo
Il cuore in quel quaderno è una bellissima immagine del poeta viandante, che tutto vede e annota anche gli astratti sentimenti. Buona giornata Giusy
A te gentilissima e grazie di cuore
Carmelo