Non sapevo cos’era
forse era felicità apparente
forse era la metamorfosi del sogno
divenuta corpo e realtà
forse era angoscia e follia
con la sua ombra gialla
di un presunto non ritorno.
In quei centoventi giorni al bivio
lasciai fuori il vestito della vita
e affidai un messaggio d’aiuto al mare
nella barca senza vela della mia esistenza.
Chiedevo al sonno di mia madre
il mio nuovo risveglio
ma in quel tempo solo un volto
con le sue labbra di marmo,
un volto emblematico
tra l’insicurezza di un amore
e la passione esasperata negli occhi.
Non ebbi risposta dal sonno di mia madre
in quei centoventi giorni al bivio
e tuttora… non so cos’era…
Carmelo Caldone
Molto bella, buona giornata!
Date: Wed, 6 Aug 2014 06:23:46 +0000 To: silvia-1959@live.it
Grazie Silvia …buona giornata a te
Carmelo
Quando sei ad un bivio vuol dire che sei in una profonda riflessione su una felicità, su un sogno, su un’ombra, su una follia… e se cerchi aiuto ad un volto c’è sempre una luce dopo il buio di un bivio! E per un poeta che ha di queste riflessioni è positivo… se poi ci regala delle perle!
Bravo!
Ciao Nunzia c’è ora una luce e un volto che mi salva dal buio…grazie per la tua preziosa visita fra le mie pagine poetiche
A presto
Carmelo
Il mare, la madre….lsimboli di nascita, quella che vorremmo tornasse in noi dopo eventi spiacevoli o inattesi. Ma l’attesa non sempre è quella sperata, o voluta, o desiderata. Forse darci una scadenza è inutile.
Ciao Fulvia hai perfettamente ragione..sempre efficaci i tuoi commenti
A presto
Carmelo
Sempre incisive le tue meravigliose parole.
Grazie… sempre preziosa
Forse era… una realtà sognata, mai esistita se non in ciò che tu volevi che fosse… Allora la via che ti indica il mare è chiara, se percorri ancora quell’onda: naufragio… Bellissimi i tuoi versi, Carmelo… Complimenti sempre… Simo
Ciao Simo è sempre un onore rivederti qui..torna
a presto
Carmelo