Era la penultima pagina dell’inverno
ed esultai con la timidezza silente di un bambino
per quell’incontro ideato dalla clemenza del tempo.
M’apparve all’ erta delle luci serali
quando sapevano fugare
le ombre di un mio tardivo dolore.
…Da dove veniva quella creatura dal fare elegante
in cui la virtù della parola l’argentava
e la sua lacrima di sogno s’assopiva.
Da dove veniva e quali senatori delle stelle
la conclamarono nel mio cammino.
Fumi di disperazione nella mia mente
d’improvviso si diradarono
e simile ad una freccia al cuore
mi centrò senza più angoscia e tormento.
Era la penultima pagina dell’inverno
senza verso che si quieta nè più clamore di tristezza
ma simbolo d’omaggio all’onda lieve
del mio incerto domani.
Da quella penultima pagina dell’inverno
non peniamo più in questa vita
per non darla vinta agli arcieri degli amori
quando portano nei loro carnieri la preda conflittuale
e semplicemente terrena di questo grande tormento
…ma noi , dolcemente e per sempre
bianchi e sospesi
saremo nell’aria che non ci consuma
e nel respiro che non s’interrompe…
Carmelo Caldone
Strepitosa… bella davvero!!!
Un abbraccio…mi ero un po’ persa …periodo frenetico..!!
🙂
Mi fa sempre molto piacere rivederti qui, Annette
un abbraccio
Carmelo
L’accettazione dell’ìinverno che sopraggiunge farà cessare ogni nostro termento, anche quello dell’amore perchè comunque “…saremo nell’aria che non ci consuma/e nel respiro che non s’interrompe…”Nulla è eterno se non le parole del poeta e le nostre visioni di vita, che ho sempre creduto che non si ditruggono se sempre ci sarà qualcuno a raccoglierle.
Buona domenica cara e grazie di cuore per i tuoi commenti sempre preziosi
A presto
Carmelo
I tuoi versi si leggono rapiti caro Carmelo. La tua vena poetica è pura magia. Ti abbraccio. Isabella
Grazie carissima amica
un abbraccio
Carmelo
A presto caro Carmelo. Isabella