Il bambino della terza elementare

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Erano poco più delle ore dieci,

mi trovavo nel mio paese d’adozione

col mio solito passeggiare.

Presso la scuola vidi un bambino

seduto tra le scalinate d’ingresso

accovacciato con la sua cartella

e mostrava il tentativo del pianto

sulle gote tenere e un pò arrossate

simile al garofano irrorato dalla rugiada.

M’avvicinai e gli dissi:

-Come mai bimbetto, non sei in classe?-

Egli mi rispose in singhiozzo:

-Non posso, non ho fatto i compiti

e poi il maestro mi sgrida

e poi dirò parolacce come al  solito

e poi chiameranno l’amica di mio padre

e mi darà le botte.-

Rimasi allibito e nello stesso tempo

il cuore mi suggeriva di fare qualcosa:

–Vuoi che ti accompagni io a scuola?

Posso parlare col maestro, egli mi conosce

e vedrai  che non ti succederà nulla–

Il bambino rimase indeciso e mi guardava

con occhi che ogni uomo

nella sua vita dovrebbe essere guardato,

guardato per capire la propria salvezza

dell’anima.

Non mi rispondeva e non si muoveva,

in strada non c’era quasi nessuno

e il vento imperversava sui teneri viali.

D’improvviso s’avvicinò una sconosciuta signora

vestita con una lunga  mantiglia fluorescente,

mi pregò di accompagnare il bambino a scuola

e poi mi salutò e se ne andò.

Il bambino rimase incantato e si decise

di entrare in classe con me

lo accompagnai sino alla cattedra,

il maestro si alzò e sorrise

chiese solamente perchè del ritardo.

Il bambino rispose:

-Non ho fatto i compiti e non volevo entrare in classe,

prima è arrivato questo signore

e poi è arrivata mia mamma che ha parlato con lui.-

-….Ma Pasqualino la tua mamma è fra gli angeli-

Aggiunse il maestro.

Io non dissi nulla lo guardai e il mio iride s’arrossò

come un mare crollato al tramonto.

–…Io …quella signora la vidi veramente-

Son passati molti anni e quel volto di donna

non apparì   mai più,

eppure il paese non era grande e un pò si conoscono tutti

ma quella signora sparì d’incanto.

Tuttora non dico nulla per non essere preso per pazzo

ma io quella signora la vidi veramente.

….Erano poco più delle ore dieci

accovacciato sulla sua cartella

mostrava il tentativo del pianto

quel bambino della terza elementare…

 

Carmelo Caldone

Informazioni su carmelocaldone

Scrivimi: caldonegs@virgilio.it

Una risposta »

  1. Splendida 🙂

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  2. Sai che quando ti leggo mi viene la curiosità di sentire se parli questo italiano “antico” che rende preziosi i tuoi scritti e dà loro un certo fascino… O se parli come tutti e lasci questo stile solo allo scritto. Perdona l’impudenza della domanda 🙂

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    • Caro giovane amico è una bella domanda…ma io per natura sono fatto così e non ho regole …forse è questo il fascino che tu dici. io improvviso molto, comunque ci sono anche poesie di un linguaggio più moderno, prova a sfogliarle e poi mi farai sapere.( consiglio PERDIZIONE vincitice a Terni)
      e quando parlo….parlo come tutti, ovviamente mi adeguo a chi ho di fronte.
      Sto in mezzo ai giovani e parlo come loro…poi la poesia viene come viene.
      Spero di essere stato esaudiente e complimenti per la domanda
      Un caro saluto
      Carmelo

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  3. E’ un pezzo molto toccante, non si dovrebbe chiedere se è frutto di fantasia o storia accaduta, ma è più forte di me farlo. Tua sarà la decisione di rispondermi o meno.
    Un caro saluto
    Laura

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    • …Laura, devi sapere che non è da me non rispondere a chi mi legge…semplicemente ti dico che il poeta che c’è in me ha ricostruito una storia, una storia di denuncia…una storia come tante di bambini che vivono in situazioni familiari disagiate. ho accompagnato realmente un bambino nella sua aula…che poi la signora con la mantiglia fluorescente poteva essere una passante o la fantastica madre fra gli angeli, questo lo devo chiedere alle visioni del poeta..forse è una poesia di monito…o forse una semplice poesia.
      una poesia che domani potrebbe essere già dimenticata.
      Spero di esserne stato all’altezza di una risposta di un’alta domanda che mi hai fatto,
      fammi sapere
      Felice sera
      Carmelo

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  4. Struggente, come struggente può essere un angelo che ci ricorda di non dimenticare la fanciullezza abbandonata. Il cuore del poesta lo sa.

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