Quel lembo di terra
vegliato d’azzurre colline
langue di viole.
Non c’è vento stasera
da portarmi i profumi
dei bei ricordi
ma è solo un vermiglio tramonto
che il tutto opprime.
…Dov’è quella bianca rovina
dove t’appoggiavi
come ghirlanda superba
e t’aprivi alle primavere
dei miei baci…Dov’è.
Tu incompresa
che lasciasti partire
colui che immaginavi un principe
nel tuo mondo irreale
ma in altre mete di sua vita
non visse
mentre tu eri e rimani
inconcluso fiore
nelle fredde brume serali.
Non più…non più
teneri abbracci
nè semplici baci
come timide albe nel loro levarsi.
Ora c’è un grido inascoltato
che rompe il velato senso
dei rimorsi.
Quel lembo di terra
vegliato d’azzurre colline
s’è ferito per le notti
così cariche dei tuoi deliri
e anche senza vento le viole
si ripiegano stanche alla terra.
Carmelo Caldone
Molto bella, Carmelo, e’ un paesaggio che appartiene anche a me. Paesaggio dell’anima, oltre l’azzurro delle colline.
Carissima Rossella, son ben lieto che con questa poesia ti appartienga.
è un premio.
Ti auguro una felicissima Pasqua
Carmelo
Auguri anche a te, Carmelo. Buona Pasqua!