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L’uomo del fiume

Inserito il

Parallele le acque dal suo costato rapito

fuggivano sinuose

verso l’abbraccio dell’oblio del mare.

Un’onda più bizzarra

ricordò un’amato appello

e,  poi solo silenzi.

L’uomo del fiume ,  l’ultimo abitante

di quella  stazione di Santa Maria Novella

aveva ancora il frullio nella mente

di un’assurdo treno senza arrivo

e senza mai  ritorno.

Se ne andava solo

simile al petalo emarginato

dalla corolla della vita

e tutte le immagini e le lusinghe di felicità

s’affondarono e passarono

sotto Ponte Vecchio a magnifica  sera.

Relitto d’amore o acqua che lava

di quel che è stato …e non sarà mai più.

 

Carmelo Caldone

 

 

 

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Informazioni su carmelocaldone

Scrivimi: caldonegs@virgilio.it

»

  1. COMPLIMENTI! BELLISSIMA….

    Rispondi
  2. …petalo emarginato dalla corolla… Bello 🙂

    Rispondi
  3. E’ come tornare a casa e sedersi a contemplare l’ emozione della tua eccelsa Poesia
    Ti ammiro nel silenzio della mia anima
    Un grande abbraccio
    Mistral di Ombreflesuose

    Rispondi
  4. L’acqua del fiume, come vita che scorre.

    Rispondi
  5. Molto triste … ma vera. L’acqua che scorre come metafora del tempo che fugge e se ne va. Intravedo tuttavia la prospettiva di una speranza: “l’acqua che lava” … tendo sempre a trovare note di ottimismo, è la mia natura.
    Tornerò a leggerti presto.
    Primula

    Rispondi
  6. Complimenti, la vena di malinconia mi piace molto in questa poesia.
    Un sorriso,
    Laura

    Rispondi

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