Aveva nell’iride
la scia di una strada
che poi sommersa dalla marea
di un blando vissuto…svaniva.
La sua stanza
sotto il tabellone dell’orario
veniva riscaldata
dalle coltri urlanti di nuovi arrivi.
Portatore indifeso
delle storie spezzate
inalava dal fumo delle sigarette
l’estro che hanno i domani
nelle visioni di luci senza fine.
Aveva l’impronta della rosa
in una mano
e nell’altra una lettera senza destinazione.
Avrebbe amato
più di qualunque altro
l’uomo della stazione
se non s’avesse giocata la vita
fra le braccia di una bellezza
che ormai
non lo ricorda più…..
Carmelo Caldone
Mi ha spezzato il fiato… complimenti.
Caro Carmelo, quest’ uomo ha tutta la mia simpatia
La vita non sempre è magnanima con noi, e non posso che commuovermi per chi ha creduto nell’ illusione di un amore.
Di poesia in poesia ammiro la Tua Arte
Con stima
Gina
grande Carmelo…bellissima
Ottaviano