Presagiva il nostro incontro
ogni ala d’orizzonte
specchiata nei tuoi occhi e nei miei.
Lo presagivano quelle montagne innevate
così vicine a un Dio in dilemma
col suo ottenebrare e poi rischiarire
il confine o non il confine
di un grande amore e il suo passaggio.
Lo presagivano quei cavalli-vento
con lunghe criniere sognanti
ma poi ritornati in recinti gravi
distanti da noi…
Non maledico il fato
come farebbe la tenera sponda
al disastro di un fiume impetuoso
ma benedico ed imploro te
come il figlio della luna
che non vuole la devastante
e completa oscurità!
Carmelo Caldone
E’ una poesia enigmatica… dove esterni i dubbi per un Dio che a volte anche Lui appare insicuro… oscura e rischiara. Introduci il concetto del fatalismo… che è l’unico forse a presagire tutto… anche gli incontri… e lo benedici quell’incontro di un amore, che è solo un passaggio… lo benedici in quanto essendo figlio della luna, come lei rischiara quella oscurità che spesso è compagna di vita.
Viva gli incontri se danno tanta luce, e forse è bene che ci siano le zone d’ombra nei giorni… per renderle chiare quelle zone anche con gli incontri… che poi passano!! Come tutto del resto!
Complimenti al POETA!!!!!
Buona Sera gentilissima Nunzia, è superfluo dire che ogni qualvolta leggo i tuoi commenti,
la mia poesia in me la sento crescere di valore…questo commento è poesia.
Ritorna spesso fra le mie pagine, ti aspetto…
Ti auguro una felice sera
Carmelo
Non l’avevo ancora letta e ti dico che mi piace come tutte le altre. Hai una notevole capacità nel rendere emozioni e stati d’animo. A presto .Isabella