Mi ritrovai in una strada
a raccogliere le parole perdute
tutte radunate
in una corona astratta di fari lontani.
Il mio corpo era avvolto da figure amate
ingigantite nelle vetrine
di quel quartiere posseduto dai sogni.
Venne una signora
che odorava di viaggio
e mi porse un fazzoletto bianco,
mi disse che avevo lo sguardo somigliante
ad un mare che crea solo ombre di chimere.
Non potei ringraziarla
poichè se ne andò d’improvviso
e come il suono di una sirena
lentamente si diluì
nei dedali del povero vivere.
Ognuno stava spoglio
nella propria indifferenza
sulle alte finestre della metropoli.
Sì….. c’erano i ritrovi degli ultimi
ma al contrario di me
s’ erano rassegnati senza più
un briciolo d’astro nei vestiti.
Casa mia era lontana
ero lontano anch’io da me stesso.
I miei cari li lasciai aspettare
per donar loro il senso
di un amore infinito che sfiora la follia
e quel che fu strano e terribile
non mi capirono
e non mi capì nemmeno
chi diceva ch’ero l’unico senso
della sua vita
e… voleva difendermi dal male.
…Non mi difese nemmeno da se stessa.
Carmelo Caldone
Buonasera Carmelo, versi che toccano corde di intima amarezza, ma lasciano al lettore ammirare
l’ Anima del Poeta
Con stima
Buona domenica
Gina
Buon giorno Gina, grazie! è molto importante per me sapere che le mie fatiche letterarie siano apprezzate, specialmente da chi vive la mia stessa arte.
Ricambio la stima.
Carmelo