Madre, devo andare lontano,
voglio riempirmi d’universo.
Non temere non mi perderò
nei labirinti del peccato.
Non giocherò per per farmi male
come quando salivo sull’albero dell’ulivo
e sfidavo la forza del ramo.
Non temere…qualcuno mi vuole bene
avranno ben ascoltato le tue preghiere.
Le tue preghiere per un figlio
che sapeva leggere la pausa di fulmini.
Sorridi ora, è tempo di perdonare come dicevi,
cosa me ne faccio di questa vita
se mi lascio andare al rancore.
Ho le tue bianche mani nella volta del cielo
che diradano in me le nebbie dell’esistenza.
Ciò che hai germogliato non si può perdere.
…Madre, non temere ma devo andare lontano,
voglio sfiorare il mistero di questa vita,
non posso stare nei cinti della quotidianità
ma devo andare, voglio essere avvolto dall’universo.
Non temere madre
non mi sono fatto male,
non voglio farmi male.
Carmelo Caldone
Caro Carmelo, dedicare una poesia alla propria madre è gesto amorevole e nobile che un Poeta possa fare verso Colei che è la fonte di vita.Ma a volte si cade in scontati e ripetitivi versi. Tu invece, con sincero candore e forza hai tratteggiato l’Addio i con toccanti, vigorosi, veritieri versi che nulla hanno tolto alla bellezza in sé della poesia
Con stima sincera
Gina
Mi fa piacere Gina che questa poesia ti sia piaciuta.
il tuo giudizio è sempre prezioso.
Carmelo
Dolce, evocativa dell’amore che mai tramonta. Mi è entrata nel cuore.