Quante violente sere sul tuo candore.
Ogni stella caduta presagiva il declino del tuo sorriso,
ogni strisciare di catena stellata presagiva la tua paura.
Giammai, nelle piane dove Dio cura i suoi fiori
tu possa reclinare la corolla alla terra.
Giammai nel virtuoso amore che sogni
tu possa nell’angolo dell’ombra tremare.
Quante violente sere nelle taverne oscure delle città
dove le notti dei velati peccati appendevano ai balconi
acri profumi di perdizioni.
Quante violente sere specchiate negli occhi infuocati
di chi non conobbe la bellezza del tuo fragile respiro.
Quante violente sere ora che la tua paura dell’amore
tocca il sonno di Dio.
Carmelo Caldone
Quanto dolore in questa lirica!! E quanta perdita di speranza…giammai la speranza deve morire!!! anche dopo tanta violenza….la vita può e DEVE donare altri sorrisi…e in quei sogni virtuosi non più tremare e mai piegare la corolla alla terra…ma stagliarla sempre verso l’eterno cielo per spiccare nuovi voli diretti a chi saprà apprezzare la bellezza di quei respiri che dopo tanta fragilità… aliteranno saggezza e temperanza!
E’ una Poesia dove il poeta con la sua estrema sensibilità piange e presagisce la perdizione di questi meschini tempi!
Adesso qualcosa di più allegro! Poeta….prepara la poesia per il prossimo evento…il tema lo conosci…!!
Un affettuoso saluto!
Certo Nunzia, per il prossimo evento provvederò…Hai ragione, troppe notizie di cronache poche piacevoli sui minori mi fanno presagire cose non buone e poche allegre, ecco il perchè di questa mia poesia. Siamo tutti padri e madri e la preoccupazione sui nostri figli è tanta.
Un caro saluto
Carmelo