Eccomi a voi,mie care pietre millenarie.
Eccomi a te, madre
che ancora ti volti nel pianto,
io l’odo fra questo frusciare d’acque lontane.
Eccomi a te,padre
mentre ti levi maestoso
col tuo scudo in fiamme
in difesa al mio male.
Venite a me
e lasciate che io vi racconti della mia vita
e di dove ella s’è persa.
Venite alla mia porta odorosa di primavera
e allargate le vostre braccia.
Fate come allora
quando cadevo fra i sassi della strada
sbeffeggiando il mio infantile dolore
con i vostri occhi nei miei,
verso il delicato-eterno navigare degli astri.
Carmelo Caldone
bellissima e soprattutto … vera!
Grazie stimatissima presidente di MATERA POESIA
Questa mi piace veramente
Grazie, fratello, mi fa piacere che ti sia piaciuta