Tralasciando le raccolte MIA TERRA ADDIO, FUGGIRE DALLA TUA BELLEZZA, SUL VELO OSCILLANTE DI LUCI, è scivolato il mio sguardo su alcune inedite del poeta, dapprima colpita dai titoli mi sono addentrata poi nelle nuove liriche di Carmelo Caldone,in particolare : LA CLESSIDRA DEL MIO TEMPO, NEVICA SUL MARE, IL RISVEGLIO DELLA CITTA’ ,I BAMBINI E LA SERA,TEMO LA TUA BELLEZZA.In queste, il poeta esprime una sensibile e attenta riflessione,profonda e matura osservazione.
Cinque poesie che compongono un cerchio. Il tempo che scorre, che non esiste più tranne nell’archivio delle menti. Ho messo in fila le poesie dando l’ordine di partenza e di arrivo disegnando il cerchio che si configura nella trattazione.
In la CLESSIDRA DEL MIO TEMPO( la prima da cui parto ) spiega il poeta, la brevità del presente che è già divenuto passato:( — Gli attimi si dissolvono e il presente già si veste di passato—) E il passato cosa fa scattare nell’uomo? ” i ricordi” .infatti lui dice: (–con la sua eleganza di ricordi–) Questa riflessione dovrebbe far scattare in noi la spinta a non sprecare gli attimi, a farne tesoro e viverli dando il meglio perchè in un baleno diventano tempo già vissuto, difficile da recuperare e correggere, anche quando c’impegniamo a correggere quei tiri sbagliati che non avremmo dovuto e ci perdiamo attimi di un nuovo presente sacrificato e trascurato nel riacciuffare il precedente. Quindi, molto sottile e illuminante questo imput…..(—l’incompiuto e la fine mi spaventa e quel che è stato sarà una freccia scoccata nel nulla,ma dove finirà?…Dove andrà a colpire?—) Aggiunge Caldone. E riconosce beato è colui che riesce a cogliere la bellezza circostante e si rapporta con essa: (—beato l’uomo che pone la sua mente all’ombra di un petalo e svela il suo sorriso più puro a chi lo circonda vanificando la tirannia del tempo…) E si domanda: (—ma io…ma io così vulnerabile alle furie del tempo che farò..?..Dove andrò..?—-)
NEVICA SUL MARE racconta tuta la nostalgia del tempo e per coloro che lo hanno amato e che non ci sono più: (—-M’appare questo cadere d’anime bianche e lontane…sono quelle anime che mi amarono e che ora liquefatte tra le acque tumultuose mi gridano ancora: Che fai? Chi ami?—)
Altro raffronto tra passato e presente si trova in IL RISVEGLIO DELLA CITTA’ paragonandoli al ciclo della morte e della nuova vita. Così la notte muore e cede il passo al nuovo giorno.considerando la notte passato e il giorno presente. Nei versi del poeta troviamo: (—Nelle vie ritorna il clamore e la notte passata che fu artiglio ha lasciato ferite ai volti un pò leniti dai sorrisi…) E ancora: (— Si risveglia la città dalla bruma di parole e abbracci che il tutto poi un ultima stella si porterà via—)
TEMO LA TUA BELLEZZA…dice Carmelo ,dando il titolo a una delle sue ultime poesie: (—è come un despota che mi regna nell’anima tramando catene—) segue: ( —ma oltre i confini del credo umano questa paura svanirà! Tu sarai nell’acqua dei mari, nel vortice della tempesta e nella parola che da musica…non morirai…! —) Anche qui troviamo un rifarsi al prima e dopo, il passato cede al futuro che ritroverà come presente riponendo in esso rinate speranze. E dopo la morte che fù perchè breve e la vita che apparterrà al passato, dopo la morte nell’altra vita sarà ritrovata la bellezza temuta. Infatti, conclude: (—ora in questa vita non siamo appagati…sentiremo quanto sarà breve pure il respiro …ma oltre..oltre i confini della notte..potessi posarmi come polvere e coprire quel fiore che ti rammenta…—)
La carrellata di liriche scelte termina con I BAMBINI E LA SERA : (—-sulle soglie s’è posato il fiore consunto del giorno dopo aver lasciato profumi di sospiri nell’aria…s’è posata l’edera sognante dei bambini sulle grate ferree del cuore umano…è sera i bambini e la sera diademi ed astri nella polvere dei nostri anni…!—-)
Tutto si riconduce,evidentemente ai bambini. Ai nuovi uomini. Dai bambini riparte la vita dell’uomo. Non poteva chiudersi che con loro il cerchio di questo perlustrare lo spazio temporale. Lasciarsi indietro gli anni con la vita vissuta intrisa di ricordi, rimpianti, gioie, dolori e tutto il conseguente, passando la staffetta a chi seguirà nel proprio presente.
Edvige Cuccarese
questo è quello che penso io:
Le liriche di Carmelo Caldone sono incentrate essenzialmente sul tema dell’amore in tutte le sue sfaccettature, oltre che fortemente impregnate anche della tematica della caducità della vita terrena, della sua bellezza, del suo valore. Temi che potrebbero apparire comuni alla maggior parte dei poeti, se non fosse per la sua capacità di riuscire ad esprimere il senso delle cose e dei suoi sentimenti con figurazioni uniche e originali che colpiscono l’immaginario del lettore, come quel “cadere d’anime bianche” che descrive al contempo una nevicata sul mare e il ricordo di persone amate non più presenti, o la speranza che naviga “come una nave in delirio”. Liriche profonde, mai banali, dalle quali traspare l’importanza che l’autore dà ai buoni sentimenti, agli affetti, ai ricordi e dal fondo di quasi tutte le sue poesie emerge una chiara nota di speranza.
Bellissima e centrata recensione Maria, ti ringrazio…questa me la trascrivo e ne faccio un quadretto.
Un caro Saluto
e a presto
Carmelo
mi fa davvero piacere, Carmelo. A presto